venerdì 21 luglio 2017

Cosa succede all'orto scolastico in estate?

Il titolo di questo post è la più classica delle domande e ammette più risposte Proviamo a vederne alcune.

La prima, quella che spesso mette in difficoltà sul piano tecnico, è la seguente: l'orto scolastico in estate può non esistere. Se non ci sono le condizioni per la cura dell'orto (manca l'acqua, non si può entrare nella scuola, nessuno è disponibile), la cosa migliore è progettare un orto che preveda la raccolta di tutti gli ortaggi a fine anno scolastico e il riposo estivo. Patate, ravanelli, carote, lattughe, piselli, fave e altri ortaggi possono aiutarci in questo. Lo stesso vale per alcuni cereali che possono trovare il loro spazio nell'orto, come grano e orzo. L'importante è che l'orto nasca durante l'anno scolastico e non alla fine di quest'ultimo, in primavera, quando si cade facilmente nella tentazione di piantare ortaggi a ciclo primaverile - estivo. Nelle partenze tardive è meglio comporre una scacchiera di lattughe da raccogliere prima della fine dell'anno scolastico. Purtroppo, non sempre ci si riesce e lo spettacolo dell'orto che muore è l'antitesi educativa del progetto di orticoltura didattica. Questa risposta / ipotesi non va molto d'accordo con chi vive in montagna e trova nel periodo estivo l'unico momento in cui far crescere gli ortaggi.

Una seconda risposta è che l'orto può migrare dove qualcuno se ne potrà prendere cura. Questo è possibile quando si coltiva in contenitori facilmente spostabili. Una soluzione di questo tipo può richiedere una certa progettazione e di questa fa parte l'individuazione di chi è disponibile a portare "a casa" l'orto. Potrà trattarsi degli insegnanti o di altre figure interne alla scuola, ma anche delle famiglie e dei bambini.
In quest'ultimo caso si potrebbe pensare ad una pre-adozione di piccoli orti che i bambini seguiranno a casa durante l'estate. Gli orticelli realizzati in cassetta o altri piccoli contenitori possono nascere a scuola e poi vivere la loro estate a casa dei bambini. Al rientro a scuola potranno dare vita ad uno storytelling in cui racconto, disegni e fotografie rendono l'orto nuovamente condiviso all'interno della classe. Non sfugga il fatto che una soluzione di questo tipo coinvolge la famiglia sia in un "fatto della scuola", sia nelle gestione di un micro-orto, cioè il quel produrre cibo che potrebbe insegnare molte cose, dal senso della cura alla stagionalità degli ortaggi.

La terza risposta, capace di aprire molti scenari e riflessioni, è questa: "in estate si continua a curare l'orto scolastico". Perché questa accada sono necessarie alcune cose. Prima di tutto, il progetto dell'orto deve aver previsto gli ortaggi estivi. Non è cosa difficile, perché in primavera la tentazione di piantare pomodori, peperoni e melanzane è forte, così come quella di seminare mais e fagioli. La scuola deve disporre di un approvvigionamento idrico accessibile in estate e lo spazio dell'orto deve essere accessibile. Nella prima parte dell'estate non è improbabile che il personale ATA della scuola sia ancora al lavoro. In alcune scuole i bidelli sono in servizio anche nel mese di luglio, così come il personale di segreteria, e, se coinvolti nel progetto e compensati con la soddisfazione di qualche raccolto, possono dare un grande aiuto nel far sopravvivere l'orto. 

Se la scuola ospita attività estive o se l'orto è accessibile ad una scuola estiva o, ancora, se ci sono attività di ludoteca o spazio gioco, l'orto della scuola può diventare un supporto educativo proprio per queste realtà. L'orto continua a svolgere la propria finalità educativa, sebbene rimodulata su una nuova utenza. Inutile dire che questa possibilità costituisce un elemento di cui tener conto in fase progettuale, non solo per far sopravvivere l'orto, ma per valorizzarlo nelle proprie funzioni didattiche.

C'è almeno un'altra possibilità ed è quella che piace di più a chi sta scrivendo, cioè la partecipazione delle famiglie e degli stessi insegnanti alla manutenzione estiva. C'è, in particolare, un'esperienza marchigiana che può, è il caso di dirlo, "fare scuola". Si tratta della Scuola Primaria di Cesolo, nel comune di San Severino Marche (MC), nella quale le insegnanti coinvolte nel progetto hanno ottenuto l'autorizzazione del dirigente scolastico a recarsi a scuola in estate con i bambini e le famiglie. Allo scopo è stato creato un gruppo di Whatsapp attraverso il quale sono "convocati" gli incontri nell'orto. La risposta delle famiglie è stata, nel primo anno di attivazione, buona e l'orto in estate è stato uno spazio di convivialità, condivisione e, se vogliamo, di apprendimento non convenzionale. A questa situazione fortunata possono corrisponderne infinite altre, come quella che da quasi dieci anni va avanti nella Scuola dell'Infanzia di Nave, dove lo scrivente con la saltuaria collaborazione di altri genitori cura l'orto anche nottetempo. Anche questa è una soluzione per donare alla scuola un orto capace di rispondere alle finalità educative fin dal primo giorno di attività in settembre.

Esistono altre possibilità? Probabilmente sì e il bello consiste proprio nel fatto che ogni scuola può trovare la propria soluzione e dotarla di un senso educativo.

Prima di chiudere, una piccola nota tecnica: dare acqua alle piante è un'occasione di cura e scoperta e farlo manualmente sul piano educativo è molto più arricchente che dotarsi di un impianto di irrigazione, anche se questo può risultare infinitamente più comodo ed efficace sul piano agronomico.

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[Pezzo scritto da Emilio Bertoncini - www.emiliobertoncini.com - animatore di questo blog e dell'esperienza che fa capo al sito www.ortiscolastici.it]